Integrare un parto difficile nella Madre
“Finora il parto e il critico legame mamma-bambino sono rimasti
fuori dalle più importanti discussioni e piani per la creazione di un mondo migliore. Niente potrà fondamentalmente
cambiare fino a quando non comprenderemo che non sono o le madri o i neonati a dover essere al centro dell’attenzione, ma entrambi.
Questo dev’essere il focus di ogni comunità e società che si impegni per un mondo migliore. Poiché essi sono un unico sistema.
Quello che facciamo ad uno – o manchiamo di fare ad uno –
facciamo all’altro”.
Suzanne Arms
Quando pensiamo al trauma del parto spesso pensiamo all’esperienza del bambino, ma la realtà è che anche le madri lo sperimentano. Esperienze difficili di parto tra le donne sono sempre più frequenti a causa della crescente medicalizzazione del parto, dell’allontanamento dai processi di una nascita naturale e rispettata, e della scarsità di supporto nel post-parto. Periodo che la natura avrebbe previsto come momento di profonda riparazione e integrazione.
Quello che una madre spesso si sente dire, quando manifesta emozioni difficili dopo la nascita di suo figlio, è che dovrebbe essere felice perché “lei e il suo bambino ce l’hanno fatta”, perché il suo piccolo è sano.
Ma non è vero che avere un bambino sano è tutto ciò che conta, l’esperienza soggettiva della Madre è altrettanto importante, per la sua vita di donna e perché lei – insieme al suo bambino formano una diade: “essi sono un unico sistema” come dice Suzanne Arms.
Dire ad una madre che soffre, fisicamente e/o emozionalmente, dopo un’esperienza di parto difficile di andare avanti con la sua vita e di focalizzarsi sul suo bambino sano, sarebbe come dire ad una persona, che dopo un incidente si è rotta una gamba, di alzarsi e camminare focalizzandosi sul fatto che il resto del corpo è ancora intero.
Semplicemente non lo può fare, se non zoppicando.
Così, un evento significativo come un parto difficile non integrato, può lasciare le donne in uno stato di sofferenza spesso silenziosa, con un corpo incapace di metabolizzare l’intensità dell’esperienza che hanno vissuto, con restrizioni nella fascia e dis-regolazioni nella fisiologia e nel sistema nervoso, con ferite emotive e difficoltà ad entrare pienamente nel nuovo ruolo di Madre.
INTERRUZIONE DELLA FISIOLOGIA
La nascita avviene in una sequenza che ha un ritmo fisiologico e che segue 5 fasi distinte: intenzione, preparazione, azione, uscita ed integrazione.
Ogni volta che si interviene o si altera la sequenza e il ritmo del processo della nascita, è molto facile che accada un’interruzione nella qualità della connessione tra la madre e il suo corpo, e nella relazione con il suo bambino, producendo influenze che possono impattare il loro funzionamento individuale e causare interruzioni nella loro relazione, con conseguenze nel loro attaccamento, se l’esperienza non viene riparata e integrata.
Un supporto e una cura adeguati nel post-parto possono facilitare questa guarigione.
In caso contrario, possono crearsi semi per il trauma della nascita.
Una delle sensazioni comuni che una madre prova quando si verifica qualcosa che scombussola la fisiologia (la sequenza e il ritmo) è:
“Ho perso la connessione con il mio corpo e con me stessa”,
“Ho perso la capacità di sentire il mio ritmo”,
“Ho perso il controllo”,
“Ho perso la connessione con il mio bambino”,
“Mi sono sentita sopraffatta, abbandonata, sola” ecc.
La CONOSCENZA INTERIORE ANIMALE della donna viene violata, o potremmo dire che viene violata la connessione con il suo Blueprint, il suo disegno innato di Salute, facendo sì che la madre diventi più dipendente dal mondo esterno e dalle “autorità” esteriori. Aumentando spesso la necessità di altri interventi e una spirale di problemi.
L’interruzione della fisiologia può accadere a causa di:
- Travaglio indotto
- Travaglio troppo lungo o troppo veloce
- Epidurale – se questa crea disorientamento e scarsa capacità di contatto
- Cesareo
- Episiotomia – l’emorragia profusa può creare un senso di forte allarme sia per il bambino che per la madre
- Dichiarazioni ipnotiche intimidatorie (come le chiama John Chitty) da parte di personale ignaro del sistema nervoso autonomo e delle sue necessità: gli operatori non conoscono i potenti effetti ipnotici delle loro dichiarazioni per le partorienti che si trovano in uno stato alterato e altamente suggestionabile.
- Mancanza di sicurezza in ambito relazionale durante il parto
- Taglio prematuro del cordone (il bambino ha bisogno di tempo per decomprimersi in modo sicuro dopo la compressione della nascita. Invece di espandersi, lo shock del taglio precoce provoca la contrazione del bambino, che inibisce lo scarico dello shock dal sistema nervoso, dopo l’intensità della nascita).
- Manipolazioni brusche durante o dopo la nascita
- Legame negato – Separazione dopo il parto (fase dell’uscita e integrazione)
- Controlli, test serrati
- Sovraccarico sensoriale (pianto di altri bambini, luci intense, rumore, senso di abbandono)
Partorire è di per sé un atto vulnerabile.
Siamo nude, esposte e completamente aperte nella parte più intima del nostro corpo e della nostra anima. I nostri ormoni amplificano la nostra consapevolezza sensoriale e capacità psichica.
L’interruzione della fisiologia naturale senza una riparazione può portare a conseguenze, creando sia nella madre che nel bambino:
- Un senso di confusione
- Emozioni non digerite
- Senso di tradimento e/o abbandono
- Senso di incompletezza
- Impotenza
- Disorientamento
- Attivazioni di iper o ipo arousal (vedi ansia, ipervigilanza, depressione, stanchezza cronica, annebbiamento mentale ecc)
- Sentirsi non viste o non accolte
- Auto recriminazione – spesso come ricapitolazione della nostre relazione primarie
Il parto è un’esperienza prima di tutto viscerale che accade attraverso il corpo. Ma include la nostra interezza: pensiero, emozioni e anima.
E’ da questo insieme che si creano le “storie di parto”.
Per una guarigione profonda del trauma del parto dobbiamo rivolgerci all’INTEREZZA della donna, al suo corpo, alla sua mente, alla sue emozioni, alla sua anima.
E’ per questo che nella Somatica del Femminile utilizziamo diversi strumenti per rivolgerci in modo integrato alla Salute della madre che ha una storia di parto difficile da integrare:
- Attraverso il tocco supportiamo il corpo e ci prendiamo cura delle restrizioni fisiche, della dis-regolazione del sistema nervoso, della sequenza “bloccata” e non completata nella fisiologia e delle cicatrici.
- Attraverso l’ascolto del racconto della storia di parto e la guida alla rielaborazione ed integrazione di essa ci prendiamo cura della mente, delle emozioni e dell’anima
- Attraverso il ripristino del flusso energetico della nascita possiamo ristabilire il Blueprint della diade e facilitare la guarigione di imprinting e difficoltà di attaccamento
IL SISTEMA NERVOSO E L’ARTE DELLA TITOLAZIONE NEL LAVORO CON LE ESPERIENZE DIFFICILI
Non importa dove ti trovi nel tuo viaggio nella maternità, e quello che stai vivendo in questo momento, sappi che c’è sempre una strada per recuperare e stare meglio, e che ci sono sempre delle risposte ai propri “sintomi” fisici e/o emozionali.
Il processo di guarigione dopo un parto difficile è una strada sinuosa, e spesso NON è un percorso lineare. Ma anche se la storia di una madre è molto intensa è importante sapere che attraversarla non significa soffrire nuovamente. Spesso pensiamo che lavorare su di noi e guarire esperienze difficili della nostra vita ci richieda di scavare a fondo e con intensità nella nostra storia, nei nostri pensieri, nelle nostre memorie, nelle nostre emozioni.
Ma il nostro corpo e il nostro sistema nervoso non funzionano in questo modo. Amano la sicurezza e amano la titolazione.
Ovvero l’arte di dosare, di entrare nelle acque della nostra storia e dei nostri tessuti con la punta delle dita, senza creare reazioni forti o onde tumultuose. Così il nostro sistema non si re-innesca, e inizia invece a rilasciare, digerire, integrare le sue esperienze. Così guarisce.
La cosa meravigliosa della nostra fascia e del nostro sistema nervoso autonomo è che parlano un linguaggio somatico, non verbale. Comunicano con noi attraverso sensazioni, immagini, emozioni e movimenti.
Non tanto attraverso la parola.
Questo ci dice che parlare, sviscerare e analizzare le nostre storie difficili non è sempre così necessario. Anzi, spesso è ciò che ci mantiene bloccate in un loop senza fine.
Invece di spingerci con forza oltre ai nostri limiti, stimolare pianti catartici, forzarci di cambiare attraverso disciplina, o lunghe sessioni di “scavo” verbale… possiamo semplicemente immergerci nel nostro sentire un poco alla volta, quel tanto che va bene per noi.
Il nostro corpo e il nostro sistema nervoso desiderano la lentezza, la dolcezza, lo spazio e il tempo, ed è possibile sperimentare tanta profondità e trasformazione con un lavoro non attivante. Andando piano, molto piano.
Spesso, infatti, il lavoro più profondo non ci richiede affatto di andare in profondità.
Ma è nello spazio che si crea TRA le cose che spesso avviene la magia.
Tra l’adesso e l’allora, tra l’innesco e la reazione, tra l’evento e il sintomo, tra la storia e l’emozione.
Siamo stati condizionati a pensare di dover “lottare duramente per ottenere grandi risultati”, ma la verità che ci raccontano i nostri corpi è che, in realtà, è nello spazio del poco, della risorsa, della cura, dell’azione sottile in cui il lavoro più profondo può nascere.
PER NASCITE RISPETTATE E INTEGRATE
Se sei una Madre che ha sperimentato un parto che ha lasciato un residuo fisico e/o emozionale dentro di te non è mai troppo tardi per chiedere supporto.
Se sei una professionista che lavora con le donne e il femminile e vuoi approfondire come sostenerle nell’integrazione del parto, puoi trovare informazioni sulla prossima formazione in Somatica del Femminile in partenza ad ottobre 2023 a questa pagina.
E’ nostro diritto di nascita non solo sopravvivere, ma crescere e prosperare.
NOTA: se vuoi esplorare gli effetti del parto difficile nel neonato e come sostenere i bambini nel processo di integrazione puoi leggere questo articolo.
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