Comprendere lo stress del neonato
Il nostro Sistema Nervoso Autonomo (SNA) nel suo stato naturale è “pre-programmato” fin dall’inizio, dalla nostra vita uterina.
Esso si aspetta di vivere determinate esperienze e ricevere certi stimoli fisici, emozionali e mentali, è preparato ad iniziare il travaglio in un processo reciproco con la mamma, e a muoversi attraverso gli stadi del parto seguendo specifici segnali ed esperienze cinestetiche.
In seguito è “programmato” per uscire dal corpo materno ed entrare in contatto attraverso il SNA Sociale, con la sequenza di attaccamento, il contatto pelle a pelle e l’allattamento.
I bambini vengono alla luce “pre-programmati” verso una gentile conversione alla vita esterna e alla respirazione polmonare, e verso l’attaccamento materno, aspettandosi che la madre – o chi per lei – sarà fonte di sicurezza, conforto e rassicurazione.
Se tutto questo viene incontrato il sistema nervoso autonomo resta nella sua piena espressione e normalità.
Quando queste tappe non vengono incontrate e i supporti attesi non sono presenti, o quando ci sono esperienze dolorose o spaventose, il sistema nervoso autonomo del bambino inizia la sua sequenza di risposta allo stress, che si intensifica secondo il grado di sopraffazione dello stimolo.
Un esempio lo si può vedere in molte nascite considerate quasi ottimali all’ospedale.
A causa della “scientificazione del parto”(Michel Odent), in cui i principali prerequisiti biologici di sicurezza e privacy sono spesso assenti o compromessi, il neonato contemporaneo può incontrare tutto tranne la sequenza naturale che si aspetta il suo SNA.
Il parto può avere un certo numero di interventi innaturali e procedure dolorose. Nell’ambiente può esserci paura e un senso di urgenza, invece di un clima di fiducia e rilassamento. Il cordone ombelicale può essere tagliato prematuramente, causando un calo allarmante nella pressione sanguigna e nella fornitura di ossigeno del bambino. Il bimbo può essere maneggiato con poca cura o portato via per le procedure mediche e igieniche di routine (iniezioni, misurazioni, bagnetto ecc).
Il sistema nervoso autonomo percepisce tutti questi tipi di eventi come delle minacce e comincia la sua sequenza di risposta allo stress.
La risposta allo stress del neonato
Il bambino dapprima proverà naturalmente la più evoluta strategia del Sistema Nervoso Autonomo, la risposta sociale. In questo stato il piccolo cercherà il conforto e la protezione che si aspetta di ricevere dalla mamma. Se la mamma è sotto anestesia o non le è possibile prendere il bambino e confortarlo, lui passerà alla seconda opzione di risposta allo stress, quella del sistema nervoso simpatico, che si manifesterà con agitazione e un pianto più arrabbiato e impellente. I neonati, però, hanno poche risorse nella risposta simpatica, i muscoli non sono ancora sviluppati: un neonato non può lottare o scappare. Così, poco dopo, viene giocata la terza e ultima carta, la risposta parasimpatica, che riguarda l’immobilizzazione, il dissociarsi nella speranza che il pericolo passi. Quello che nel mondo animale è la strategia di fingersi morti di fronte ad un predatore.
I neonati in questo stato sono calmi, silenziosi e non coinvolti socialmente, con uno sguardo e un viso neutro, poco presente. Spesso vengono considerati “bravi bambini, tranquilli”, ma in realtà sono bambini svantaggiati, bloccati nel più primitivo stato del sistema nervoso autonomo.
Sospetto che la risposta allo stress parasimpatica sia un fattore determinante in molti disturbi di salute dell’età infantile _ Dr. John Chitty
Il naturale rimedio per i disordini del sistema nervoso autonomo del neonato è un completo attaccamento materno, un allattamento normale e una mamma che si senta sicura e rilassata.
Come rimediare
I neonati non sono in grado di auto-regolarsi e per farlo hanno bisogno di sintonizzarsi al sistema nervoso della mamma o dell’adulto che si prende cura di loro, un pò come hanno fatto nell’utero prima della nascita.
Essi sono programmati per questo, in questo modo apprendono come essere nel mondo.
Purtroppo, però, spesso le madri contemporanee sono stanche, sopraffatte dalla loro nuova realtà e poco supportate, si sentono ansiose, depresse, sminuite e le loro stesse risposte allo stress del sistema nervoso autonomo sono pienamente attivate.
Il focus dell’attenzione dopo la nascita è tutto spostato verso il bambino lasciando la madre nell’ombra, ma quando parliamo della salute del bambino non possiamo non parlare della salute della sua mamma. Come abbiamo visto, esse sono inseparabili: quello che accade alla mamma accade al bambino.
Un bambino bloccato in una risposta allo stress parasimpatica e una mamma che si sente ansiosa e stressata sono un cocktail perfetto per l’insorgere di numerosi problemi.
Prestiamo attenzione allora alla modalità e all’ambiente della nascita, cerchiamo di non disturbare la fisiologia del parto, proteggiamo l’allattamento, il ritardo del taglio del cordone ombelicale, il contatto pelle a pelle, ma in modo altrettanto importante ricordiamoci del dopo. Non abbandoniamo la donna a se stessa nelle settimane e nei mesi successivi alla nascita del suo bambino, in particolare se il parto ha presentato delle complicazioni. Far sentire la mamma al sicuro, rilassata, amata può aiutare il suo piccolo a regolare il suo sistema nervoso, sciogliendo la risposta allo stress.
Un valido aiuto per riequilibrare la salute e il rapporto mamma-bimbo è sicuramente la Biodinamica Craniosacrale, in grado di intervenire anche laddove condizioni troppo avverse rendano il riequilibrio più difficile. Inoltre lavorare con Operatori di Psicologia Pre e Perinatale o di IBT (Integrative Baby Therapy) Practitioner formati con Matthew Appleton.
Il modo migliore per diminuire il livello di stress nel tuo bambino è migliorando il modo in cui gestisci il tuo _ Dr Epstein
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