Sindrome di esaurimento postnatale – anche 10 anni dopo

Se hai avuto un figlio negli ultimi 10 anni potresti soffrire ancora di alcune conseguenze – come letargia, scarsa memoria, bassi livelli di energia, bassa libido, stanchezza cronica, insieme ad una varietà di altri sintomi; e secondo il dottor Oscar Serrallach, medico australiano autore del libro “The Postnatal Depletion Cure” (La Cura dell’Esaurimento Postnatale), non è solo perché essere genitori è un grosso impegno, ma anche perché crescere un bambino ha un costo significativo sull’organismo materno.

Come spiega Serralach la placenta passa molti nutrienti al bambino mentre è nell’utero, attingendo a ferro, zinco, vitamina B12, vitamina B9, iodio e selenio della mamma – insieme a grassi omega 3 come il DHA e specifici aminoacidi dalle proteine. È stato dimostrato che il cervello di una mamma si restringe durante la gravidanza, per sostenere la crescita del bambino e riorganizzarsi socialmente per prepararsi alla maternità. 

Il dott. Oscar Serrallach ha trascorso la maggior parte della sua carriera ricercando gli effetti della gravidanza sulla donna, ed è arrivato alla definizione di una sindrome che lui ha chiamato di “esaurimento postnatale”,  osservando come le donne facciano molta fatica – ormonalmente, nutrizionalmente ed emotivamente – a rimettersi in piedi dopo la nascita del loro bambino.

C’è molto sostegno prenatale, ma non appena nasce un bambino, l’attenzione va tutta al neonato. C’è poca attenzione per la madre, la quale inevitabilmente scompare nell’ombra del suo ruolo. 

Ma come per tutte le cose, la conoscenza è potere: qui di seguito, in un intervista apparsa in Goop, il dottor Serrallach delinea esattamente ciò che è necessario fare per allontanare l’annebbiamento mentale, recuperare le energie e rimettersi in piedi.

“Se una neomamma non viene aiutata a recuperare pienamente dalle alte richieste della gravidanza e del parto, le conseguenze possono durare anni. Ho curato donne che erano ancora esaurite e carenti dieci anni dopo la nascita dei loro bambini”. Dr Serralach

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D: Può raccontarci cosa succede ad una mamma fisiologicamente ed emotivamente quando il bambino cresce nel suo grembo?

R: Il disegno della natura è che il feto in via di sviluppo prenda tutto ciò di cui ha bisogno dalla madre. Il mezzo per garantire che ciò avvenga in modo sicuro è la placenta. 

La placenta serve due persone: il bambino in crescita E la madre. Durante la gravidanza, la madre fornisce la maggior parte delle sostanze nutritive di cui il bambino in crescita ha bisogno, da qui il motivo per cui molte madri iniziano ad avere bassi livelli di ferro, zinco, vitamina B12, vitamina B9, iodio e selenio. Hanno anche riserve molto più basse in importanti grassi omega 3 come il DHA e specifici aminoacidi dalle proteine. La placenta sintonizza anche la madre sul bambino, e il bambino sulla madre. Questo non è un caso. […]

Parte del lavoro della placenta è anche “riprogrammare” la madre. È come se lei ricevesse un “aggiornamento del software”, con alcune parti del cervello che vengono rinforzate e altre parti del cervello che vengono ridimensionate. Il volume della materia grigia di una donna incinta può diminuire durante la gravidanza, ma non è tanto il cervello che si rimpicciolisce, quanto piuttosto che viene socialmente modificato affinché lei diventi una Madre. Questo non è discusso o rispettato abbastanza nella nostra società, e sento che le madri hanno bisogno di molto sostegno e riconoscimento per questa nuova fase della loro vita. 

Parte di questo aggiornamento è l’acquisizione del “baby radar”, con cui le madri diventano intuitivamente consapevoli dei bisogni del loro bambino, se ha freddo, fame, o se piange di notte. Questa iper-vigilanza è ovviamente vitale per la sopravvivenza del bambino, ma se si vive in una società non solidale, come la nostra, questo può portare a disturbi del sonno, dubbi su se stesse, insicurezza, sentimenti di inadeguatezza e stati d’ansia

D: Hai identificato una sindrome tra le madri che hai chiamato “esaurimento post-natale” – cos’è esattamente? 

R: È un comune fenomeno di stanchezza ed esaurimento psicofisico tra le madri, unito a ciò che viene chiamato “baby brain”.  Baby Brain è un termine che comprende i sintomi di scarsa concentrazione, scarsa memoria e una diversa capacità emotiva. Questa diversa abilità emotiva è il modo in cui le emozioni cambiano e si trasformano molto più facilmente in una madre rispetto al passato, pensiamo ad esempio a quel “piangere senza motivo”. Spesso nelle mamme c’è una sensazione di vulnerabilità e di non sentirsi realmente se stesse. Questo è vissuto da molte, ed è il risultato comprensibile e a volte prevedibile, associato al compito estremamente impegnativo di nutrire, crescere ed educare un figlio. Quello che accade nelle nostre società contemporanee è che molte future madri presentano già livelli di stress elevati al momento del concepimento e della gravidanza. 

L’atto fisico di nutrire e far crescere un bambino dentro di sé richiede una grande quantità di risorse. Il corpo femminile è progettato per dare al bambino tutto quello di cui lui o lei ha bisogno.
La natura prevede che il feto in sviluppo e il neonato che allatta prenda tutto ciò di cui ha bisogno dalla madre, anche a discapito di quest’ultima, così funziona la nostra fisiologia.  
Poi c’è il travaglio e il parto, che anche nel caso di un parto cesareo, rappresenta una grande prova per la donna dal punto di vista sia fisico che emotivo, psicologico e spirituale. 
Poi c’è l’allattamento che anche se appagante comunque richiede al corpo specifici nutrienti.
In cima a tutto mettiamo la deprivazione da sonno e l’adattamento ai nuovi ritmi.
E’ piuttosto ovvio che senza un sostegno adeguato le madri prima o poi inizino a pagare lo scotto di tutto questo.

D: Quante donne credi che influenzi? E per quanto tempo?

R: Sospetto che fino al 50 per cento delle madri abbia un certo grado di esaurimento postnatale.
L’esaurimento postnatale, a mio avviso, può colpire le madri da dopo il parto fino al momento in cui il bambino compie sette anni (ma anche di più, ho visto donne esaurite anche 10 anni dopo). C’è molta sovrapposizione tra l’esaurimento postnatale e la depressione in termini di sintomi ed effetti biochimici. Per alcune donne la depressione postnatale si verifica come estremità nello spettro dell’esaurimento postnatale.

In Australia, il picco di incidenza della depressione postnatale è di quattro anni dopo la nascita del bambino, e non nei primi sei mesi, che in precedenza si pensava fosse il periodo di maggiore incidenza di depressione postpartum. Ciò dimostra che la depressione postnatale è un accumulo di fattori derivanti dalla gravidanza, dal parto e dal postparto. Questo è anche il caso dell’esaurimento postnatale, sebbene molte madri con esaurimento non soffrano di depressione ed è possibile avere una depressione postnatale senza esaurimento.

D: Quali sono i sintomi dell’esaurimento postnatale?

R: Stanchezza ed esaurimento.

Senso di stanchezza al risveglio.

Addormentarsi senza volerlo.

Iper-vigilanza (sensazione che il “radar” sia costantemente acceso), spesso associata ad ansia o a un senso di disagio. Spesso sento le parole “stanca e tesa” che descrivono come si sentono le madri.

Senso di colpa e insoddisfazione per il proprio ruolo come madre e perdita di autostima.

Frustrazione, senso di sopraffazione e senso di non farcela. Spesso sento dire alle madri: “Non c’è tempo per me”.

Come detto, annebbiamento mentale, scarsa memoria o “baby brain”.

Perdita di libido.

“Come trovi la forza di prenderti cura dei tuoi bisogni quando la nostra società ti dice di focalizzarti interamente sui bisogni del bambino, facendoti scomparire nell’ombra del tuo ruolo?” Dr. Serralach

D: Quali sono le cause dell’esaurimento postnatale?

R: E’ multifattoriale.

  • Viviamo in una società di stress continuo e letteralmente non sappiamo come rilassarci e staccare la spina. Questo ha un profondo effetto sugli ormoni, sulla funzione immunitaria, la struttura del cervello e la salute del microbioma intestinale.
  • Le donne diventano madri sempre più tardi nella vita. In Italia l’età media di una mamma che ha il suo primo bambino è 32,5 anni.
  • Le donne entrano nella maternità già in uno stato di stress elevato dovuto alle richieste del mondo contemporaneo e alla deprivazione di sonno come norma sociale. 
  • Come società tendiamo a non permettere un pieno recupero alle madri dopo la nascita del loro bambino. Abbiamo letteralmente cancellato tutte quelle pratiche tradizionali che nei secoli hanno sostenuto le donne dopo il parto. 
  • La privazione di sonno che accompagna avere un neonato da accudire. Alcune ricerche suggeriscono che nel primo anno in media il debito di sonno è di 700 ore. Anche poco supporto sociale e familiare è una realtà piuttosto comune. 
  • Il nostro cibo sta diventando sempre più privo di nutrienti. In molti casi si parla di “due bocconi di cibo per un boccone di nutrienti”. 
  • C’è l’idea diffusa che la madre deve essere “tutto”, e come risultato molte mamme soffrono in silenzio e non ricevono educazione, informazione e supporto. Un gruppo di supporto multi-generazionale per le madri è stato parte delle culture indigene per millenni, tuttavia purtroppo è assente nella nostra cultura post-industriale. 
  • C’è un alto tasso di stress materno spesso non diagnosticato o preso in considerazione, fino a che non sfocia in situazioni estreme di dolore o infiammazione cronici, esaurimento, depressione, ansia o altro. 
  • Lo stress non riguarda solo le neomamme ma purtroppo tutte le madri.

C’è quasi una medaglia d’onore data a quelle donne che riescono a destreggiarsi tra la famiglia, le richieste della nostra società e il lavoro. A tornare presto alla “normalità”

Non c’è dubbio che le donne possano essere estremamente resilienti, ma ciò non significa che il costante peso che portano sulle spalle non sia pesante e che alla lunga non abbia conseguenze. 

La nostra società ha fatto alle donne un grande disservizio nel non dare loro il tempo e le tradizioni per guarire.

foto di Christina Benton

LA CURA 

D: Da dove dovrebbero partire le donne per ricominciare a sentirsi se stesse?

R:  Nella nostra clinica utilizziamo un programma in tre fasi come guida per aiutare le madri:

Primo passo: la valutazione e l’integrazione dei micronutrienti e dei macronutrienti.

Andate da un buon professionista della salute funzionale e ottenete una valutazione completa di micronutrienti, vitamine e minerali. Nella nostra pratica, spesso troviamo che ferro, vitamina B12, zinco, vitamina C, vitamina D, magnesio e rame sono carenti, insufficienti o squilibrati.

Io universalmente invito le madri a prendere il DHA (un acido grasso omega 3), che è vitale per riparare il sistema nervoso e il cervello. Questo può essere trovato in una serie di integratori ed è in genere di origine da pesce o alghe.

Ottenere una valutazione nutrizionale per identificare le sensibilità alimentari e le intolleranze alimentari poiché queste spesso sorgono o tendono a peggiorare durante la gravidanza.

I consigli nutrizionali spesso iniziano con il consigliare l’eliminazione delle “calorie vuote” (come zucchero, dolci, carboidrati raffinati, cibi industriali) e concentrarsi su cibi densi di sostanze nutritive.

Ricevi supporto, ricevi supporto, ricevi supporto, ricevi supporto. Non si può avere troppo sostegno (e una babysitter è molto più economica di un divorzio).

Le terapie fisiche che aiutano a suscitare la risposta di rilassamento possono essere molto utili in questa prima parte del programma. Raccomando in particolare lo yoga ristorativo e l’agopuntura (anche la Biodinamica Craniosacrale è molto efficace in questo).

Diamo raccomandazioni specifiche sul miglioramento dell’energia complessiva, della qualità del sonno e dell’attività fisica, che sono tutte parti ugualmente importanti  nella strada verso il recupero.

La salute ormonale è ovviamente molto importante. Ciò che trovo affascinante è che spesso, dopo aver affrontato specifiche carenze e insufficienze di nutrienti e aver dato supporto intorno al sonno, alla dieta e allo stile di vita, la salute ormonale di solito migliora. […]

In effetti, la cosa più importante a mio avviso è la “risposta di rilassamento” del sistema nervoso e garantire che le persone possano effettivamente rilassarsi correttamente. Suona strano dirlo, ma molti di noi non sanno come rilassarsi correttamente, e quando ci si “rilassa” in realtà si è stressati. Ricevere trattamenti, fare uno yoga ristorativo insieme a tutte quelle attività utili per imparare a rilassarci correttamente sono importantissime!

Dopo aver valutato e affrontato i problemi legati allo stile di vita, il prossimo aspetto della salute ormonale è rappresentato dalle erbe e dagli integratori personalizzati come la rodiola, l’iperico, l’ashwaganda e la fosfatidilserina. Un grande problema intorno alle erbe è la qualità – ho scoperto che solo le erbe di buona qualità funzionano, quindi sono diventato un po’ pignolo sui marchi! Occasionalmente è necessaria un’integrazione ormonale diretta, soprattutto in caso di disfunzione tiroidea.

 Secondo passo: Il recupero è il secondo passo del nostro programma e l’osservazione delle importanti aree riportate qui sotto.

Ottimizzare il sonno

Ottimizzare l’attività e l’esercizio fisico

Educazione intorno ad una casa e cucina sana

Recupero e ottimizzazione delle relazioni

La stanchezza è il sintomo più comune nell’esaurimento postnatale. Avere vitalità o energia illimitata è il risultato finale di una serie di sistemi corporei in sincronia. Avere una profonda stanchezza cronica è il risultato finale del fatto che questi sistemi sono fuori sincronia. Trovo che la strategia di affrontare le carenze di micronutrienti insieme agli squilibri macronutritivi sia un buon inizio. I micronutrienti iniziali più importanti sono il ferro e la vitamina B12, lo zinco, la vitamina C e la vitamina D. Riguardo i macronutrienti aumentare i grassi sani e concentrarsi su proteine di qualità come uova biologiche, pesce e carne e carboidrati sani. I carboidrati di qualità migliore tendono a provenire da verdure “fuori terra”, come broccoli e cavoli.

Il sonno è un enigma per molte madri, perché sono troppo stanche, troppo stressate e occupate per dormire bene. Tuttavia l’igiene del sonno è un punto di partenza importante, dove ciò che si fa nell’ora che precede il sonno può fare una grande differenza. Si tratta di esporsi solo al giallo tenue e alle luci arancioni, un ambiente rilassante con musica rilassante e, per quanto i bambini lo permettano, di trattare la propria camera da letto come un “tempio”. Infatti, se c’è una sola stanza da tenere in ordine in casa, dovrebbe essere la camera da letto. Una volta spente le luci, la stanza dovrebbe essere fresca e il più possibile silenziosa e buia. L’uso del computer, la TV e lo stress emotivo tendono a dirottare la qualità del sonno e dovrebbero essere evitati nell’ora del vento fino al sonno.

Il miglior tipo di esercizio fisico è l’attività, e se è divertente e sociale le madri sono molto più propense a farne un’abitudine.

Un incontro con uno psicologo o un mentore: Penso che questo sia essenziale durante la fase di recupero per aiutare a rivalutare la direzione e lo scopo di vita della madre e per guardare a come ottenere un sano equilibrio tra la vita familiare e la crescita e il sostegno personale.

Questo può anche far luce sulle relazioni con i partner, le famiglie e gli amici, che possono essere già tese e trascurate o a volte interrotte, portando a un sostegno ancora minore nel mondo della madre. Il rapporto primario tra la madre e l’altro genitore (se presente), che si tratti del padre, del patrigno o della seconda madre, ha spesso bisogno di un’attenzione particolare, soprattutto dopo la tempesta della prima infanzia. Ci sono psicologi e terapisti specializzati in questo tipo di “ricostruzione del rapporto”.

Terzo passo: La realizzazione è il terzo passo del programma e riguarda la comprensione della maternità come parte di un viaggio eroico e la scoperta della propria autorealizzazione attraverso questo processo.

D: Perché l’esaurimento postnatale è una cosa nuova? Oppure non è una cosa nuova ed è solo stata appena riconosciuta? Le donne lo stanno sperimentando sin dall’inizio dei tempi?

R: Di questi tempi è certamente molto più comune. La maggior parte delle cosiddette culture primitive o dei primi popoli del mondo avevano pratiche molto specifiche per garantire che le madri si riprendessero completamente dal parto. Di questo si parla poco nell’era moderna. Queste sono chiamate pratiche di post-parto. Dalla Cina all’India, dall’Australia aborigena alle Americhe, ci sono stati secoli di pratiche molto deliberate nel recupero nutrizionale, nella pulizia spirituale e nella protezione, oltre che dagli elaborati supporti sociali.

Nella cultura tradizionale cinese, si osserva il mese di riposo “Zuo Yue Zi”, in cui la madre non esce di casa per trenta giorni, non riceve visite e non ha alcun dovere, se non quello di allattare il bambino. Verrebbero forniti speciali alimenti caldi “ricostituenti” e la madre non avrebbe il permesso di raffreddarsi o addirittura di fare la doccia in quel periodo. 

Le culture antiche avevano realizzato ciò che purtroppo la società occidentale non ha fatto: affinché la società stia bene e prosperi, le madri devono essere pienamente sostenute e sane, in tutti i sensi.

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Se sei interessata a comprendere maggiormente la sindrome di esaurimento postnatale e/o vuoi essere supportata per prendertene cura e iniziare a stare meglio posso supportarti. 

Visita la pagina sul percorso relativo all’esaurimento postnatale o contattami qui per richiedere informazioni. Sono disponibile anche online per le persone non residenti a Vicenza.

 

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